lunedì 11 gennaio 2010

Considerate di nuovo se questo è un uomo

Considerate di nuovo se questo è un uomo.
di Adriano Sofri
Di nuovo, considerate di nuovoSe questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d’asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d’amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
“Ha sbagliato!”,Certo che ha sbagliato,
L’Uomo NeroDella miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l’elemosina di un’attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all’ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra –“A quel paese!”
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Nè bontà, roba da Caritas, nè
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.

martedì 5 gennaio 2010

Sogni e bi/sogni

Sogni e bi/sogni (20 agosto 1998)

Sogni, eterei, fulgidi,
ora brevi,
giusto il tempo il cui un lampo si ferma negli occhi
ora lunghissimi
e allora il tempo si dissolve in un vortice senza fine

Bi/sogni prorompenti, inarrestabili,
ora impetuosi e scuri
come un torrente in secca di temporali estivi riempito
ora implacabilmente lenti
ma efficaci, goccia dopo goccia,
scavano voragini dove il senso smarrisce la strada

Sogni di vite forse già vissute
così limpide e splendenti
come mai la realtà potrà essere

Bi/sogni, carburante di macchine del tempo
fatte più per ricordare che per viaggiare