venerdì 30 settembre 2011

Bionda (05.03.93)

La intravedo dal vetro, 
io la guardo, lei mi guarda,
Alzo gli occhi dal libro, 
io la guardo, lei mi guarda,
Giro gli occhi intorno, 
lei mi guarda, io la guardo,

continuo a guardarla, 
resisto ancora un po',
lei abbassa gli occhi,
Rialzo gli occhi, 
la guardo, lei mi guarda,
bionda, bella, mi ricorda qualcosa.

Comincio a parlare,
.............ma la stazione è passata e lei è già scesa

domenica 25 settembre 2011

Vogliamo un'educazione migliore!


Sul sito www.matriztica.cl vengono pubblicate periodicamente delle Riflessioni "inaspettate" Humberto Maturana. Ogni tanto mi permetto di tradurle per gli amici italiani. Buona lettura a tutti.

Cosa vogliamo esattamente quando CHIEDIAMO o ESIGIAMO ciò che vogliamo? Mi sono chiesto molte volte che cosa fa esattamente qualcuno che chiede e cosa fa esattamente un persona quando invece esige. Qual è l'emozione che guida la mano e la voce di chiede e di chi esige, nelle due differenti situazioni?

Senza dubbio quando chiedo, ammetto che potrei non ricevere ciò che sto chiedendo, soprattutto quando chiedo “per favore”. Quando chiedo voglio qualcosa che l'altra persona può darmi, se vuole ed ho bisogno di questo suo desiderio di fare questa cosa per me. Nel chiedere ho la speranza che l'altra persona ascolti le argomentazioni con le quali appoggio la mia richiesta e che si senta, da queste, ispirata. Oppure desidero che le ragioni che presento a sostegno della validità della mia petizione convincano questa persona perché lei stessa trova, senza saperlo, che queste ragioni si fondano nella medesima configurazione di desideri e sensazioni che sorreggono il suo ragionare, ragion per cui non può negare le mie richieste. Nel fare una richiesta ho bisogno che l'anima di chi può soddisfarla “si accordi con la mia” e mi accolga. Se questo non succede, la mia petizione non può essere udita. Se invece accade che la mia richiesta sia udita, affinché poi sia soddisfatta, l'altra persona deve trovare o avere di suo i mezzi per poterla soddisfare. E nel caso non abbia a disposizione i mezzi per soddisfare la mia richiesta, la configurazione delle emozioni (sensi) in cui si trova, lasciano aperta la possibilità di una conversazione co-ispirativa in un progetto che possa soddisfare la mia richiesta.

Quando esigo, metto in dubbio la possibilità di essere ascoltato dall'altro o dall'altra, dubito che i suoi desideri e i miei possano coincidere. Allora ricorro ad una minaccia, occulta o esplicita, a partire dalla fiducia che ripongo nel fatto che il diritto o la forza potranno assistermi. L'atto di esigere attacca, non invita, l'atto di esigere separa, non avvicina. L'atto di esigere, accusa l'altro o l'altra, di non voler tener fede ad un impegno o di non voler soddisfare una necessità legittima. L'esigere nel suo essere belligerante, chiude o restringe la possibilità della riflessione perché irrigidisce la relazione diminuendo la possibilità che questa si trasformi in una opportunità di collaborazione in un progetto comune di convivenza o di azione.

Vogliamo davvero migliorare l'educazione noi, gli studenti, gli insegnanti e tutte le autorità nazionali?. Se questa è la petizione, così da sola, non è sufficiente poiché è richiesta l'azione di coloro che la ricevono e la accettano. E l'atto di esigere serve ancora meno perché la sua mera formulazione ci separa. Se siamo onesti nel dichiarare che vogliamo migliorare l'educazione nel paese quello che dobbiamo fare è conversare, generare un mondo comune di cose possibili a farsi, un ambito di co-ispirazione che coordini le nostre volontà nella realizzazione coordinata di queste possibili atti in un universo che ci risulta comune perché nasce dall'ascolto dei nostri desideri pienamente e totalmente nel rispetto reciproco. Solamente se facciamo questo, nella meravigliosa disuguaglianza del rispetto reciproco, che ci consegna la libertà nella completa fiducia che faremo ciò a cui saremo co-ispirati; potremo farlo correggendo l'errore nella misura in cui sorge nel nostro convivere. Se non siamo disposti a questo, solo potremo generare dolore, lotte, cecità e disonestà.

Questo è difficile? A me pare di no e mi pare che ora sono giunti il nostro tempo e la nostra opportunità. Poiché “ora” è quando il desiderio di migliorare l'educazione per tutti si è reso presente nel paese, nei giovani e negli adulti ed è anche nostra responsabilità etica e sociale.

Quali oneste scuse potremmo inventare per NON fare onestamente ciò che dobbiamo fare e se sappiamo che vogliamo farlo e non vogliamo né mentire né prevaricare?

Saluti

Humberto Maturana


martedì 20 settembre 2011

Scritta a cavallo di due mondi


Poesia Italo-Americana

A casa di Simona che si scalda
con una coperta catarinfrangente
Mannarino sussurra canzoni ubriache di kazoo

noi, che il kazoo, non dico sani,
ma nemmeno al buon tempo che fu
noi, si parla, si beve e si fumano storie
inebrianti come l'età che ormai non c'è più

tre giorni di bollenti saluti
tre giorni di distacchi tamugni
tre giorni di pensieri troppo acuti

cambiare, cambiare, cambiare,
cosa resta uguale a sé stesso?
Partire, partire, partire,
Cosa lasciare senza che sia un paradosso?
Cosa portare senza che ti riporti nell'abisso?

Le valigie caricano ogni cosa senza fiatare
eppure non c'è mai posto per l'ultima traccia dell'anima
schiaccia, premi, comprimi, richiudi senza parlare
poi ancora riapri, riconti, ritogli, rimetti, riponi.

Alla fine anche l'anima si ripiega negli spazi angusti
pronta ad uscire ad ogni nuovo vento di passioni sopite

venerdì 2 settembre 2011

Tutto ciò che si può muovere, a Siatol si muove, di più e ed in contemporanea. Aereoplani intercontinentali, jet privati, idrovolanti, elicotteri sopra le vostre teste. Le enormi portacontainer stracariche di merci, gigantesche navi da crociera dalle quali sciamano come cicale orde di danarosi turisti, il via vai dei traghetti che solcano ogn'ora il Puget Sound (Piuget per gli Italians), i rimorchiatori massicci, le enormi chiatte da trasporto, le navi che caricano il grano per tutto il mondo, o un'enorme osservatorio astronomico galleggiante da spedire alla Marina: tutto questo più qualche Yacht, immancabili battelli turistici, qualche barca a vela e alcuni canoisti intrepidi. Anche il mare, a Siatol da il suo contributo. Poi ogni tanto la ferrovia che arriva da nord e subito s'infila nelle viscere dei grattacieli riecheggia di fortissimi e atavici richiami al vagabondare, al passaggio dei più lunghi treni merci del mondo spinti da sei locomotori allo stesso momento. Sedersi nell'atmosfera post moderna dello Sculpture Park per guardarli passare vi consente un ulteriore viaggio nel viaggio, perchè questi treni odorano di Alaska, di Idaho e Montana, come se insieme ai loro carichi di granaglie, merci e container portassero tonnellate di profumo della libertà del viaggio. Ma ancora non basta, altri due enormi tremolanti serpenti, stavolta arrivano da nord a da ovest, si s'insinuano minacciosi anche loro nella voragine sotto i grattacieli, per poi rispuntare a Sud e vomitare il loro carico di auto, fumi, rumori sordi e gente dal''altra parte. É curioso queste lame che entrano nella città non sembrano ferirla, piuttosto appaiono essere il suo nutrimento, la sua linfa vitale. E per far si che non dimentichiate dove siete, nelle tranquille strade della pazzaFremont, nel vivace quartiere di Ballard, nelle delle fantastiche colline di Queen Anne e Capitol Hill, regolate dall'ordinatissimo traffico di Siatol, in mezzo ai suoi bellissimi caffè, quando meno ve l'aspettate, … vi capiterà di sobbalzare alle urla sguaiate, ai cori da stadio, alle musiche da festa popolare con tutti gli hit mondiali. Dietro di voi spunterà immancabile e inarrivabile, l'Anatra del “RideTheDuck” il curioso mezzo anfibio per il giro turistico della città, dopo il quale potrete dire, con tutte le ragioni del mondo, “ma che americanata!. Perchè qui, a Siatol, in America ci siamo per davvero! E l'Anatra vi vuol solo ricordare che a Siatol, a star fermi … si fa la muffa!.

Siatol con la esse in corsivo, sbrisciata come solo i romagnoli sanno, forse doveva essere nella East Toast … pardon Coast, ma il cielo era sempre nuvolo, così l'hanno spostata dall'altra parte, che più a West di così … si può solo nuotare. A Siatol i salmoni saltano dappertutto, compreso quelli già trapassati del mercato del pesce, che nerboruti ragazzi si lanciano per l'immancabile foto ricordo.