giovedì 8 giugno 2023

Ossimori di guerra (25/02/2015)

 

Adesso le divergenze parallele delle guerre apocrife

inficiano anche la quadratura del cerchio dei negoziati di pace.

 

Intanto la guerra virtuale

vince, divenendo sempre più reale.

Vince, perché sempre, in guerra, qualcuno vince e

anche quando pare di giusto si tratti

poi

tanti, troppi perdono e per sempre saranno solo

morti che una volta vissero.


 

L'ottimismo depressivo dei potenti ci coglierà

errare, vagamente disperati

mentre con una mano laveremo l'altra

sotto cascate d'acqua fradicie di sangue.

 

Guerra totale, guerra al terrore, come se la guerra

potesse finirla col terrore anziché esploderlo

in mille rivoli convulsi da tsunami tecnologico.

 

Guerra di religione, religione della guerra

davvero trovo qui solo equanimi differenze.

Che Dio più che uno e trino

si trasforma in un drone santificato,

mortifero automa dagli effetti moltiplicati.

 

Guerra di civiltà, civiltà della guerra

o solo discese agli inferi, per arrivare

all'estremo opposto, più che incivili

ormai solo disumanizzati virili automi.

 

Cultura di guerra, ossimoro totale e venefico,

innanzi a te rivendico

il mio diritto ai distinguo, la mia libertà di pensare tutti

i grigi del mondo. Non voglio parteggiare.

Voglio indietro la mia libertà.

 

Libertà di dissentire, contendere,

litigare, discutere, considerare e poi anche rinunciare.

 

Rinunciare quel tanto che basta a preservare per sempre

tutto il mio amore per una vita eternamente, utopicamente

senza alcuna guerra che non sia quella salutare ed eterea

 

tra me e me, ferocemente preso a imparare

come diventare migliore dei miei violenti contemporanei. 

 

Anche perché come ogni sera io e lui, il mio altro da me,

ci abbracciamo felici e in santa pace ci addormentiamo.

 

 Portiamo democrazia, sosteniamo libertà.

Le mie dita rallentano sulla tastiera

 

Voglio spingere le mie metafore in mare aperto,

su una di quelle carrette del mare su cui si assiepa

un’umanità annichilita che respira speranze immortali


martedì 13 marzo 2018

Mi ero dimenticato!!! / I did not remembered that I have also this Blog!

Facebook reminded me that I had another Blog!

So, time to write here again!

First of all I'll be on stage April 6 and 7 at 7pm at the Pocket Theater in Seattle with my ONE hour, solo play... Woah. I still have trouble to believe that!

Ticket at:  https://www.facebook.com/events/424003034686619/

Come to see me!

sabato 29 novembre 2014

Poesia dei dubbi del cazzo (8 febbraio 2011)

(scusate il francesismo del titolo)
Poesia "ritrovata" per caso sul mio Pc. Qualche anno fa, pochi giorni prima di partire. 

Sto vivendo una vita falsa
Non faccio, non decido, nulla.
Il nulla si è impossessato della mia mente

Vorrei urlare a questo mondo
vorrei gridare, vorrei dire
vorrei evaporare tutte le croste
vorrei sciogliere i nodi

un'anima delirante vorrei diventare

eppure Lei è lì, che aspetta
aspetta le mie resuscitate responsabilità
aspetta le mie inattaccabili decisioni
vuole futuri certi Lei, sicuri e certi.

E io? Io voglio, io devo
Io dovrei, io vorrei
Io dovrei decidermi a volere!

Eppoi?
questo mondo più delirante di me
incerto persino sulla sua fine che,
certamente per altro ci sarà solo
per noi, poveri affittuari cosmici

e ancora
il mio sangue che ribolle inquieto
nonostante i veleni chimici

perchè non essere così
semplicemente e supinamente
quello che naturalmente siamo?
Perchè poi, la coscienza di quello che siamo
riflettendo su quello che è e quello che sarà
s'attorciglia stretta stretta sul suo pensare
e ti lascia esausto,
steso come un feto sopra un letto
di vetro. Così trasparente che la mattina
ti coglie così, sospeso e in mezzo
incerto verso ogni dove,

appena sveglio e già così enormemente stanco.


giovedì 3 luglio 2014

Amore totale, Amore globale

Amore totale, Amore globale (Seattle 3 luglio 2014)


I neuroni vagano confusi e nostalgici nelle mie cavità craniche
i miei passi tardo mattutini

cercano nelle tonicità ataviche
risposte a stanchi indovini

Nella solitudine urbana e tecnologicamente perfetta
le membra rassegnate paiono sciogliersi
senza mai raggiungere nessuna condotta.
S'illude il corpo appesantito dall'ozio
di tornare a sentire, vivo e vegeto
richiami dall'Italico mondo, ormai lacrimatoio.

Se i tifosi hanno la loro bandiera,
che sarà di noi appassionati di identità plurime?
Con quali colori ci dipingeremo la faccia di cera
oramai che nemmeno ci resta l'arcobaleno sublime?

Se i soldati muoiono per una patria,
che sarà di noi cittadini molteplici?
Moriremo due volte? O voleremo nell'aria?
Liberi e confusi, nostalgici e felici?

Forse solo l'umiltà del non sapere,
la semplicità del non fare,
forse solo vivendo come se fosse,
...fosse solo amore,


amore globale, amore totale, multiplo e viscerale.

#-#-#

mercoledì 26 marzo 2014

La strada buia
(22 agosto 2007)

La strada buia, in una notte con la luna in ferie
Le curve piane e suadenti, sfiorano i fossi

L’aria “pizzichina”, dopo qualche pianto poco convinto

Me ne vado, ubriaco senza aver bevuto
Pieno di naturale estasi chimica
Seguo le curve, come un cane vagabondo
Sento ma non so cosa
E
Così vago, in un andare acefalo e ipovedente

L’amore, quando è molto, spaventa
L’amore, quando è così deliziosamente dedicato
Imbarazza

Io povero imbranato credo di sapere
Credo di capire,
maschio presuntuoso, penso di pensare

tu invece
donna forte delle tue incertezze
non pensi, sei
non dici, dai
ti prendi cura e ami,
così senza pudore e senza pretese
come fosse il naturale paradiso di ogni essere vivente

Io povero pseudo intellettuale e molto decadente
Io cuore malato di troppe, pigre, dipendenze
Non ho la forza di ricambiare
E
Nemmeno quella di ammettere umilmente
la forza che non ho
                                                                                   
così, in questa buia notte di curve esistenziali                                
parto,....                               ...  curioso verbo maschile
                                        nella sua ricordanza con partorire.
                              Splendido passaggio, tutto femminile
                              tra un prima il suo divenire
tra la morte e la vita
assorto


in attesa del fatidico taglio di un qualche, temuto, cordone

(il disegno è di Leonarte)

giovedì 16 gennaio 2014

la espera

Aqui te espero mi amor,
aqui en esta primavera, invierno del alma
Aquí en este derrumbe de sueños
A ver si tu presencia vital
llama mi alma a la atenciòn 
que la vida de estos días
ahora
pide y requiere

Nos conoceremos, otra vez
de nuevo, ambos nuevos
de otros caminos llegados

Nos abrazaremos, otra vez y otra noche
"como si fuera esta noche la primera vez"1
Besame entonces amor, viajero de la vida
besame ahora, en la noche de India
besame fuerte pero que llegue
este beso hasta mi, 
cruzando el cielo marcado 
de estrellas de la espera


(Italian)
L'Attesa
Sono qui in attesa amore,
qui in questa primavera fatta inverno dell'anima.
Qui in questo crollo di sogni.
Riuscirà la tua vitale presenza
a richiamare la mia anima all'attenzione
che la vita di questi giorni chiede e pretende?.

Ci incontreremo ancora
di nuovo e rinnovati
arrivando da altri strade.

Ci abbracceremo, un'altra volta e un'altra notte
como si fuera esta noche la primera vez”
Baciami allora amore viaggiatore della vita.
Baciami adesso, nella notte Orientale.
Baciami forte però che arrivi
questo bacio fino a me,
sfrecciando nel cielo nel segno
delle stelle dell'attesa.  

(English)
The Waiting
Here, I'm waiting for you, my Love
Here into that spring but winter for my soul.
Here, where my dreams crumble.
Maybe your indispensable presence is able
to call my soul's attention.
for the things that life today asks and requires.

We'll meet, again
another time, both being a new one
both coming from new trails

We'll hug again, another day, another night.
"Us if tonight was the first night”
Kiss me then, Love me life's traveler
Kiss me now in the Indian night.
Kiss me strong then that kiss could arrive to me
crossing the sky marked by waiting's stars

1 It is a free, “reverse” citation from “Besame Mucho” (kiss me a lot) by Consuelo Velasquez. In the original is “Us if tonight was the last time”