mercoledì 3 febbraio 2010
Mutazione genetica?
Mutazione genetica?
Dunque questo è un inverno con i fiocchi, nel senso che di neve stavolta ce ne ha fatta davvero tanta. Ebbene, proprio la neve mi ha messo la pulce nell'orecchio, anzi nell'occhio. Quante volte è nevicato? Tre? Quattro? Bè io che cammino almeno un'ora al giorno non ho mai visto, in nessuna ora del giorno, bambini giocare sulla neve.
La cosa mi è venuta in mente ieri pomeriggio vedendo in effetti una mamma giovane con un bimbo (forse setto-otto anni) procedere ridendo verso un collinetta innevata con in mano un sacco di plastica. Giuro, i primi, gli unici che finora ho visto divertirsi con la neve.
Non era così. Solo pochi anni fa una nevicata era subito sottolineata da ragazzini che facevano battaglie a palle di neve, poi al pomeriggio bimbi, ragazzi e anche molti tardo adolescenti … via di corsa armati di slitte, bob (i più fighi), camera d'aria e sacchetti dell'immondizia (noi veri proletari) all'assalto di collinette e discese ripide, … le nostre improbabili piste da olimpiadi invernali.
Senza contare i pupazzi di neve, ogni casa dopo il primo pomeriggio imbiancato ne aveva uno.
Adesso niente, nulla, la neve non piace più. Forse è per questo che appena esprimo la mia meraviglia per la neve c'è chi come l'altro giorno su Facebook che mi invita acidamente a spalarla.
É interessante questo mutamento la neve, da pausa forzata, ma anche divertente, meraviglia visiva, ovattatrice di suoni, svelatrice di tutta la nostra imbranataggine è diventata altro, completamente altro, nel breve volgere di pochi anni.
Maledizione del traffico, disturbatrice della routine quotidiana, killer di parcheggi, perfino assassina feroce a sentire il telegiornale.
Mi chiedo e vi chiedo però. Cosa significheranno, questi cambiamenti di epistemologia quotidiana, nei comportamenti delle nuove generazioni?
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