La
strada buia
(22
agosto 2007)
La
strada buia, in una notte con la luna in ferie
Le
curve piane e suadenti, sfiorano i fossi
L’aria
“pizzichina”, dopo qualche pianto poco convinto
Me
ne vado, ubriaco senza aver bevuto
Pieno
di naturale estasi chimica
Seguo
le curve, come un cane vagabondo
Sento
ma non so cosa
E
Così
vago, in un andare acefalo e ipovedente
L’amore,
quando è molto, spaventa
L’amore,
quando è così deliziosamente dedicato
Imbarazza
Io
povero imbranato credo di sapere
Credo
di capire,
maschio
presuntuoso, penso di pensare
tu
invece
donna
forte delle tue incertezze
non
pensi, sei
non
dici, dai
ti
prendi cura e ami,
così
senza pudore e senza pretese
come
fosse il naturale paradiso di ogni essere vivente
Io
povero pseudo intellettuale e molto decadente
Io
cuore malato di troppe, pigre, dipendenze
Non
ho la forza di ricambiare
E
Nemmeno
quella di ammettere umilmente
la
forza che non ho
così,
in questa buia notte di curve esistenziali
parto,.... ... curioso
verbo maschile
nella sua ricordanza con partorire.
nella sua ricordanza con partorire.
Splendido
passaggio, tutto femminile
tra
un prima il suo divenire
tra
la morte e la vita
assorto
in
attesa del fatidico taglio di un qualche, temuto, cordone
(il disegno è di Leonarte)
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